lunedì 12 ottobre 2015

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Come al solito il mio masochismo riaffiora.
Sarebbe una relazione perfetta se...se fossi una persona completamente diversa.

Sono possessiva, morbosa e totalmente dipendente da lui.
Mi creo problemi da sola.
Non sopporto il fatto che possa guardare, anche casualmente, un altro essere umano di sesso femminile. E per fortuna che è una mezza talpa.
Gli ho anche ''vietato'' (non letteralmente) di guardare i porno.

Sono sclerata un giorno sì e l'altro pure e spesso lo tratto in modo freddo anche se non ha fatto niente.
Perché tutto dipende da me.
E lui sopporta. Perché è stracotto, innamoratissimo. Anche se non ho idea del perché.

Sa sommariamente dei miei problemi e capisce. Ma mi domando quale sia il suo limite.
Circa una volta al mese gli ''chiedo'' di lasciarmi perché so che avere a che fare con me-soprattutto avere una relazione con me- è esasperante.
Nel senso...io capirei se volesse lasciarmi. Va bene essere innamorati ma ad un certo punto non vale più la pena.

E intanto, perché non c'è il danno senza la beffa, tutto questo mi fa sentire in colpa e sto ulteriormente peggio.

Certo, per non parlare delle pressioni.
''Quando andremo a vivere insieme..., a fine mese prendo casa..., prenderemo un gatto..., sbrigati a prendere la patente..., hai trovato lavoro?..., vuoi vivere con tua madre per sempre?''

A volte penso di lasciarlo io, per non avere tutta quest'ansia e la paranoia permanente.
Sarebbe un sollievo per entrambi.

Ma lui dice di no. Che vuole stare con me per sempre (...), che non mi lascerebbe mai e poi mai,

Non so cosa fare,

lunedì 4 maggio 2015

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Premetto che non ho finito la scuola e attualmente non lavoro.
Ogni volta che conosco qualcuno di nuovo, ed uscendo con gli amici del mio ragazzo, capita spesso, mi chiedono se vado a scuola.
Rispondo di no. E inizia l'interrogatorio.
E puntualmente, quando comincia questo ''processo'' mi sale l'ansia.
Farfalle nello stomaco, senso di smarrimento, battito accelerato e respiro corto.
Anche se non è così visibile esternamente, come potrebbe sembrare.
Di solito, inizio parandomi il culo e dicendo ''problemi personali''.

Io vivo giorno per giorno, quando penso alla ''vita vera'' mi prende il panico.
Non sono fatta per quelle cose. Pensarci significa effettivamente crescere o prepararsi a farlo.

Mi sono sempre detta che avrei vissuto con i miei finché non sarebbero morti o non saremmo finiti sotto i ponti per mancanza di soldi.
Ma ora ho qualcuno che mi spinge a fare questi passi e non capisce che io -non è che non voglia- non ce la faccio. È una cosa troppo spaventosa per me.

E quando parla di quello mi viene voglia di scappare, di tornare a vegetare sul divano come un tempo.
A volte penso che sarebbe stato meglio se mi avesse lasciata a macerare nel mio brodo.

giovedì 9 aprile 2015

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Bisogna toccare il fondo per poter risalire. Quanto aveva ragione Tyler Durden.

A novembre o dicembre ho tentato di nuovo il suicidio, per così dire.
In realtà sapevo che non sarei morta ma avrei voluto almeno finire in ospedale e poi farmi mandare in qualche clinica dovrei avrei perso la cognizione di me stessa.
Non è successo.

Ho pensato che avrei riprovato presto in modi più efficaci.

Invece nei primi di gennaio ho avuto il piacere di conoscere un ragazzo.
Abbiamo parlato per circa un mese prima di uscire e a quel punto pensavo che me l'avesse chiesto per pena perché io ero stavo praticamente sempre in casa. Ma comunque me l'aveva chiesto lui ed era sicuramente un buon segno.

La cosa si è evoluta piuttosto bene e il 28 marzo ci siamo messi insieme ufficialmente.
Le mie paure, le mie paranoie sono sempre le stesse.
Ma stavolta so che lui ci crede e mi vuole veramente, mi fido di lui.
A volte faccio ancora paragoni con lei, ma mi rendo conto che è una cosa totalmente, completamente diversa.
Con lei era un dramma continuo, davo continuamente ma ricevevo ben poco, ogni mattina avevo paura che lei avesse smesso di volermi.
Invece con lui è un rapporto sano, c'è reciprocità in tutto.

Finalmente posso dirmi contenta.

domenica 1 febbraio 2015

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Pensavo di volere una relazione o che almeno qualcuno mi volesse.
Ora che forse potrebbe succedere mi sale l'ansia.
Forse perché costui non mi piace così tanto o c'è poca confidenza o, molto semplicemente, in quel ruolo io ancora voglio lei.
Probabilmente preferirei stare da sola che non stare con lei, perché quelle poche persone con cui ho avuto il ''piacere'' di uscire le ho sempre paragonate a lei.
E non ho il dubbio che se avessi una nuova relazione e lei tornasse, pianterei tutto e la seguirei scodinzolando.

Che vergogna. Sempre più spesso le scrivo delirando, devo sembrare proprio una pazza maniaca.

lunedì 5 gennaio 2015

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Le mie amiche stanno andando in discoteca, dove si tiene un evento per l'epifania.
Una di loro mi ha appena raccontato di quanto sembrino grosse le sue tette.
E io invece sono qui, davanti al computer, a sentirmi in colpa per aver (di nuovo) mangiato come un maiale. Diavolo, se non fossi emetofobica so perfettamente cosa farei.

Idiota.

Ci sono persone malate a cui viene naturale e tu ''fantastichi''.

Ho appena terminato di ingozzarmi di grissini e formaggio e già sto pensando a cosa potrei mangiare.

Fai schifo.


venerdì 2 gennaio 2015

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Quest'anno voglio partire con il primo e, probabilmente, più arduo dei propositi: lasciarmi alle spalle le brutte vicende e tagliare i ponti con chi non mi considera più.
Voglio cercare di vivere alla giornata, andare al ''lavoro'' e avere come fedeli compagni ed amici solamente i film, la musica e i libri.

I film, che mi hanno sostenuto o perlomeno rallegrato nei momenti più difficili, i personaggi che con le loro vicende mi hanno tenuto compagnia e spesso hanno pianto con me. Coloro che non mi tradiranno e non mi abbandoneranno mai, a meno che il computer non riprenda a fare le bizze.

Devo smetterla di cercare di recuperare il rapporto con persone che evidentemente non vogliono la stessa cosa. Devo tenermi vicino le persone con cui ho ancora del feeling e tenere aperta la porta per farne entrare altre, sperando che ci sia qualcuno che si affacci allo stipite e bussi.